Nata nel 1934 a Celle, in Germania, Irma Blank cresce in un contesto segnato dalla ricostruzione postbellica. Nel 1955 si trasferisce in Italia, vivendo prima in Sicilia e poi a Milano, città che diventerà il centro della sua vita e della sua attività artistica. Proprio il confronto quotidiano con una lingua non sua diventa una soglia decisiva nella sua ricerca: essendo tedesca in Italia, l’artista inizia a interrogarsi sul funzionamento della parola e sul rapporto tra linguaggio, identità e comprensione.
Da questa esperienza nasce il desiderio di lavorare non sul significato, ma sulla struttura della scrittura stessa. Il suo lavoro esplora infatti la scrittura come gesto universale, oltre il linguaggio. “Volevo arrivare a una scrittura che non dicesse nulla, per dire tutto”, afferma Blank.
Le sue opere sono costituite da segni minimi, tratti ripetuti, superfici che evocano la pagina scritta senza contenere parole. Indaga la tensione tra presenza e assenza, voce e silenzio, creando alfabeti immaginari, manoscritti astratti, pagine mute che parlano attraverso il ritmo e la densità del segno.
Negli anni Settanta collaborò frequentemente con Mirella Bentivoglio, figura chiave della poesia visiva e verbo-visuale, e realizzò alcune delle sue opere più note, appartenenti al ciclo Trascrizioni, a cui lavorò tra il 1973 e il 1979. In queste opere testi reali vengono trasformati in fasce, linee e trame fitte, che rendono il contenuto illeggibile ma ne restituiscono il respiro e la struttura. Accanto a Trascrizioni, tra le sue serie principali troviamo: Eigenschriften, esercizi meditativi in cui la scrittura diventa atto puro; Radical Writings, segni più corporei e ritmici, spesso realizzati con colori fluorescenti; e Bleu Silence superfici monocrome in blu, colore eletto per la sua intensità meditativa e neutralità.
La pratica di Blank è fondata su ripetizione, disciplina e un approccio quasi ascetico al gesto. L’artista stessa affermava: “Libero la scrittura dal senso e metto in evidenza la struttura, l’ossatura, il segno nudo, il segno come tale che non rimanda ad altro che a sé stesso”.
Il suo lavoro abbandona narrazione e rappresentazione per concentrarsi sull’essenza del segno, trasformando il gesto della scrittura in un’esperienza estetica universale.
Irma Blank ha continuato a lavorare con profondità e rigore fino agli ultimi anni.
È scomparsa a Milano nel 2023. La sua ricerca rimane oggi un riferimento fondamentale per artisti e studiosi interessati al linguaggio, alla filosofia del segno e alla materialità della scrittura — una testimonianza straordinaria di come la scrittura possa diventare immagine, respiro, presenza.