dal 14 dicembre 2025 all'8 marzo 2026
Il progetto curatoriale mette in dialogo Bertozzi & Casoni e Maria Lai, accostati per la loro capacità di unire tradizione e innovazione, artigianalità e concettualità a partire da oggetti comuni, cui riescono a conferire significati spirituali.
Simbolico trait d’union tra Maria Lai e Bertozzi & Casoni è uno splendido libro, quasi un unicum nella produzione dell’artista sarda: una pagina in tela fissata su un supporto in ceramica, materiale d’elezione di Bertozzi & Casoni.
Le immagini in forma scultorea scelte per l’occasione da Bertozzi & Casoni, inserite ad hoc accanto ad alcune sculture nelle vetrine del Museo della Ceramica, mostrano cumuli di libri e oggetti abbandonati, scarti di cibo e silenziose presenze animali che portano un monito a una parte di umanità frastornata e anestetizzata. C’è in questi oggetti una forte spiritualità, come nei libri in mostra di Maria Lai, piccoli e preziosi, o nella potente poesia di Bertold Brecht scritta con paziente minuziosità da lei stessa nel retro delle ceramiche appese ai due rami di susino.
Impressionante per dimensioni e iperrealismo, è una grande opera di Bertozzi & Casoni posizionata al centro di una suggestiva sala in completo isolamento: uno spettacolare "Pinocchio", realizzato completamente in ceramica, reinterpretazione artistica del celebre personaggio letterario, che si distingue per un'iconografia insolita.
E’ infatti un Pinocchio anziano, rugoso, smarrito, seduto su un mucchio di libri delle sue avventure. Non più il burattino che impara a diventare umano, ma un uomo contemporaneo che si specchia nella sua drammatica fragilità, che riflette sulla sofferenza umana.
Un’opera che non offre una soluzione, ma spinge lo spettatore a riflettere sulla propria vita, mentre l'uso di elementi lignei che sembrano assolutamente realistici, ma che in realtà sono finti, crea un dialogo con il tema della finzione che permea tutta l'opera di Bertozzi & Casoni. Un richiamo alle avventure di Pinocchio, dove l'inganno e la finzione sono costantemente presenti, ma anche alla vanitas, al memento mori, alla memoria e al legame che la memoria instaura con gli oggetti sopravvissuti al passaggio dell’uomo, come appunto i libri.
Un legame che passa di sguardo in sguardo, come i fili e le parole intrecciate da Maria Lai, come quel tessuto celeste che scorre allegro di mano in mano, e di casa in casa, attraversando il paesaggio montuoso nell’opera relazionale “Legarsi alla montagna” (1981): un legame che intreccia tempi e luoghi differenti, parlando alla memoria personale e collettiva del passato con una spinta verso il futuro.
Maria Livia Brunelli